“Napoli è stata galeotta”. Inizia così questa grande storia d’amore, nella città del Vesuvio, della pizza e dei grandi e sfarzosi matrimoni. Eppure, il coronamento di questo grande amore, non si è celebrato sul golfo partenopeo, ma qui in Alto Adige, a Sarentino.
Lui è Fabio, insegnante di spagnolo al Liceo Classico Carducci. Napoletano doc, di famiglia di alto lignaggio, cattolica. Educazione ferrea, un carattere eccentrico, ma anche posato e “algido”, come lui stesso si definisce “uno spirito un po’ montanaro, nonstante io venga dalla grande città di Napoli”, continua Fabio.
Lui è Roland, architetto e professore, altoatesino. Un uomo aperto, emancipato e open minded, sposato e con una figlia.
E poi, Napoli, culla d’amore, un corteggiamento serrato – di Roland a Fabio – qualche resistenza iniziale (“lo snobbavo, come da copione!”, confida Fabio), sms a vuoto e un appuntamento iniziato con un colpo di fulmine. Nasce così, più di un decennio fa la storia d’amore altoatesino-partenopea tra Fabio e Roland che da quel momento è stata una vera “escalation” di felicità.
Dopo la separazione dalla moglie e circa 8 anni di relazione a distanza tra Napoli, Sarentino e Barcellone dove Fabio ha studiato, l’amore ha vinto su tutto. Sulla geografia, sul gap generazionale (Fabio ha 27 anni meno di Roland), sulle differenze caratteriali e culturali, sulle resistenze iniziali di qualche parente e amico.

E così a coronare questa storia felice, il trasferimento definitivo del cuore algido napoletano tra le montagne di Sarentino, dove è stato accolto con affetto e dove si perfettamente ambietato “mi sento davvero sarentinese, oggi”, racconta Fabio.
Quando questa estate è arivata la notizia che anche in Italia erano finalmente possibili le unioni civili tra coppie omosessuali, Fabio e Roland hanno iniziato seriamente a pensare al matrimonio. Non ne avevamo mai parlato prima, ma quando la prospettiva iniziava a diventare concreta, i due innamorati hanno cominciato a ragionarci sopra.
“Ma Roland diceva continuamente “tu ti sposi io no”, perchè voleva che io lo chiedessi in marito – racconta Fabio – io mai avrei immaginato di farlo, ma pur di arrivare all’obiettivo, mi sono costretto a chiederlo in sposo. Ho riciclato un mio vecchio anello, eravamo seduti al ristorante, ho tirato fuori la scatola, e ho vistto l’emozione sul volto di Roland”. Questa romantica dichiarazione e proposta di matrimonio, arrivava in maggio. E a pochi mesi di distanza, a settembre, Fabio e Roland sono finlamente diventati ufficialmente marito e marito.
La coppia è stata una delle prime a celebrare un’unione civile in Alto Adige, e infatti i media ne hanno ampiamente parlato. “Abbiamo pubblicizzato il nostro matrimonio, un po’ per egocentrismo, un po’ per far presente che un napoletano e un montanaro di sarentino, insegnanti in un ambiente scolastico apparentemente chiuso, si possono sposare felicemente, con l’appoggio totale di colleghi e compaesani”. E così è stato. A celebrare le nozze, il sindaco del paese e il direttore scolatico dell’itituto in cui insegna Fabio. Presenti tutte le persone del cuore, napoletane e altoatesine, le famiglie, gli amici e colleghi che hanno sempre creduto e sostenuto la coppia e che con loro hanno voluto festeggiare questo giorno indimenticabile.
L’organizzazione, come si può immaginare è stata celere (i due volevano sposarsi proprio in quei giorni fortunati di settembre, baciati da una benaugurante luna crescente). È iniziata a maggio con il sarto napoletano che ha confezionato come da tradizione partenopea, gli abiti su misura per gli sposi, che nel loro giorno erano particolarmente eleganti e raffinati: “a me piace vestirmi in modo esagerato – confessa Fabio – ma in quell’occasione non c’era bisogno”. Tutto il matrimonio è stato all’insegna della semplicità e dell’autenticità. La cerimonia, un grande aperitivo in piazza, un pranzo tra circa 120 persone tra parenti e amici e un po’ di tipici sketch altoatesini, qualche ballo e tanta felicità. Nulla di più, nulla di meno.

“Tutta la settimana precedente alla festa avevo le farfalle nello stomaco, mentre il giorno del matrimonio ero teso ma tranquillo, Roland, invece, tremava”. Parla così delle emozioni e dell’incredibile felicità di quel giorno lo sposo Fabio, che ancora oggi – dopo mesi – ha gli occhi che si illuminano quando si attarda nei ricordi. Per esempio, di quando Roland, durante la festa si è messo a cantare, con voce spezzata, una canzone dedicata a suo marito (che inevitabilmente si è sciolto in lacrime nell’ascoltarla): un pezzo indimenticabile di Mina, che parte “decantando” i difetti dell’oggetto del suo amore e che culmina però in un dolcissimo “sei grande, grande, grande”.
Il tema creativo del matrimonio era incentrato sull’idea di “mister & mister”: un papilon era il simbolo delle nozze, che si poteva ritrovare in tanti elementi decorativi e nelle bomboniere da consegnare agli ospiti, rigorosamente realizzate a mano dai sapienti artigiani napoletani.
E ora, dopo un veloce mini-viaggio di nozze a Rodi, gli sposi si stanno preparando per la vera honeymoon negli States che prevederà anche un tour a tema “Sex and the city”, serie cult per lo sposo Fabio: “Roland non vuole, ma ormai è sposato e non può dire di no!”
Si conclude così, la chiacchierata con Fabio, sposo pieno di ironia, un po’ eccentrico e sopra le righe, entusiasta di aver fatto questo grande passo insieme all’amato Roland. Marito e marito, a Sarentino, pronti a vivere i tanti anni di amore che li aspettano, sempre e per sempre, con la fede al dito.