
Adulti e bambini alle prese con il “mal di primavera”: viviamolo al meglio!
La primavera è arrivata.
Lo dicono in molti. Anzi, ne parlano tutti. Lo dicono gli uccellini che cantano allegri tra le fronde.
Lo dicono i colori che esplodono qua e là, come fuochi d’artificio.
Lo dicono i profumi nell’aria –per chi ha la fortuna di vivere fuori città…
Lo dicono le temperature miti e gradevoli e lo dice anche il calendario, che dal 20 marzo ha legittimato il fiorire della natura, con l’avvento dell’equinozio di primavera.
È l’inizio della metà più luminosa, “frizzante” e lieve dell’anno.
È il tripudio della vita che si risveglia e che porta con sé l’idea di rinascita, fertilità ed energie rinnovate.
Peccato che ci colga terribilmente impreparati.
Epidemie di sonnolenza e malesseri – tra walzer dello sbadiglio e naso chiuso – sembrano dilagare tra genitori e famiglie in questo particolare periodo dell’anno. Spossatezza, irritabilità, allergie e insofferenza alla luce, paiono avere ampiamente la meglio su slanci propositivi e buon umore.
Le chiacchiere tra genitori e familiari in attesa dei figli davanti a scuola – per molte mamme impegnate, espressione massima di socialità quotidiana – da un giorno all’altro hanno cambiato soggetto, anche se la musica non è poi tanto diversa.
Fino a ieri: disquisizioni sulla fatica dell’inverno, infinito, limitante, buio, prodigo di microbi.
Da oggi: disquisizioni sulla fatica della primavera: subdola, capricciosa, abbagliante e comunque, pur sempre prodiga di microbi.
Eppure c’è del vero.
Sono in tanti a patire questo momento di naturale assestamento, capace di mettere a repentaglio, per non dire portare allo sbando, il benessere quotidiano di mente e corpo.
Come sopravvivere a tutto ciò, senza farsi “tagliare le gambe” dalla spossatezza o arrivare a sentirsi “dei corpi estranei”, se non addirittura alieni in un mondo che sboccia? C’è una ricetta al “mal di primavera?” E i nostri bambini, sono anche loro vittime di tale dilagante “epidemia”?
La risposta è sì, assolutamente sì. Anche loro, seppur nel fiore – anzi nel bocciolo – dei loro verdissimi anni, non ne sono assolutamente immuni. Anzi, sonno, ritrosia e svogliatezza sembrano avvilupparli più che mai, in questi tempi “pazzerelli” di caldi improvvisi. Dove sta, se c’è, la differenza tra noi e loro?
Nella loro capacità di assecondare l’umore, la stanchezza fisiologica e quella certa “aria che tira”. Nel loro sapersi abbandonare a ciò che, semplicemente, avrebbero voglia di fare. Magari desiderando di rimanere a casa in pigiama per giocare tutto il giorno, anche se fuori c’è il sole splendente più bello di sempre.
E invece noi adulti e genitori, cosa facciamo? Appena le giornate iniziano ad allungarsi, iniziamo a dilatare anche la lista degli impegni, degli aperitivi senza fine, delle gite e dei buoni propositi inderogabili – o presunti tali. Vogliamo parlare per l’appunto delle cosiddette “pulizie di primavera”? Oppure, dell’altrettanto famigerata “prova costume”, per cui bisogna iniziare ad allenarsi quanto prima, perché i trenta gradi sono alle porte?
Concediamoci invece, per favore, qualche scappatoia alla dilagante ansia performante dei giorni nostri. Magari anche qualche bel pisolino in più, quando se ne presenta l’occasione.
Così farebbe un bambino.
Anche se è primavera.
Anche se in giro c’è tanto di bello e nuovo da fare.
Della stessa autrice: Vestiamoli per le feste! I bambini e il non sempre facile compito di abbigliarli per feste e matrimoni
Nei bambini c’è freschezza, fantasia, libertà. I “tergicristallo” del loro sguardo sono sempre in funzione, al contrario dei nostri. Le loro domande ci costringono a rimescolare in continuazione le carte delle nostre vite, già complicate. Essere genitori ci insegna anche a osservare il mondo con i loro occhi, divertiti, a volte seri, ma spalancati e limpidi. Con questa rubrica vorrei raccontare qualche frammento della mia, di vita, che sono mamma di tre bambini e che credo che da loro non si smetta mai di imparare. Mi piacerebbe ridestare qualche pensiero lieve in voi, pronto a volare via, qualche riflessione inattesa o anche soltanto, un accenno di sorriso.
Penso per immagini. Scrivo liste e vorrei che nulla o poco sfuggisse al mio sguardo. Ho tre bambini che sanno disfare con allegria molti dei miei esperimenti. Credo che abbracciare le loro domande sia come spalancare porte e finestre su un mondo nuovo e iridescente da esplorare. Con loro setaccio spiagge e angoli di città a caccia di conchiglie e piccoli tesori da raccontare. Scrivo per lavoro e perché mi piace inanellare parole come perline colorate di un’antica collana.
Maria Q.
