
Giochi all’aperto a prova di caldo
Stiamo freschi e protetti dal caldo, proponendo ai bambini giochi con l’acqua: ideali per party e giornate in compagnia all’aria aperta.
È una torrida giornata d’agosto.
Il sole non picchia duro ma c’è quell’antipatica foschia che fa crescere l’umidità, la pigrizia e il cattivo umore…
I ragazzi si sono alzati imbronciati in questa giornata cittadina. Siamo bloccati nella metropoli per il cambio valigie tra mare e montagna.
Ci tocca… Il tempo è poco, le cose da fare sono molte e non posso certo portare i tre pargoli in piscina.
Ma come sopravvivere ai musi lunghi, ai bucati e alle liste delle cose da portare in vacanza, che non si possono assolutamente dimenticare?
La giornata si prospetta dura e a rischio mal di testa…
Ricevo la telefonata di un’amica originaria di Oslo – una vera manna dal cielo.
Anche lei è di passaggio e vorrebbe invitare i miei figli per un piccolo party nel pomeriggio sul suo terrazzo. C’è da festeggiare la figlia che di recente ha compiuto 11 anni.
Accompagno i tre svogliati alla festa, non chiedendomi cosa l’amica abbia inventato per sopravvivere e me ne torno a casa alle mie noiose valige. Mi ha chiesto di mandarli da lei in costume. Non mi faccio domande, ho altro a cui pensare.
In serata, più o meno contenta, dopo una breve doccia post fatiche – tra calzini da appaiare e scarponi da stipare in valigia – raggiungo amica e figli.
Li trovo scarmigliati ma stranamente rilassati e freschi come rose a chiacchierare sui divanetti del terrazzo. Quale pozione magica norvegese gli ha propinato la mia amica?
Scopro che hanno fatto innumerevoli giochi con l’acqua e si sono divertiti come pazzi.
Ci voleva quel folletto della mia amica, venuta dal Freddo, per proporre un tale ventaglio di proposte divertenti. Ecco alcuni giochi di quella mitica festa, in ordine sparso.
Dimenticavo, l’allestimento era in stile hawaiano con tanto di gonnellini, ghirlande di fiori e addobbi a tema. Una meraviglia!
Partiamo dalla pentolaccia in versione estiva:
su diversi fili erano attaccati dei palloncini – a forma di banane e tucani rosa – alcuni riempiti d’acqua (non vanno usati palloncini tradizionali perché svelerebbero immediatamente la presenza o meno di acqua all’interno). Come nel più tradizionale gioco della cuccagna, i bambini dovevano bastonarli. Un solo palloncino conteneva caramelle. Il “lavoro” per raggiungere quello giusto era stato un percorso di docce improvvise e tonificanti…
Poi aveva fatto seguito una battaglia a gavettoni:
i bambini erano divisi in due squadre, in fila l’uno di fronte all’altro, ognuno con il suo avversario. Ai bambini di una squadra veniva consegnato un palloncino pieno d’acqua che doveva essere lanciato all’avversario. L’obiettivo era di non fare cadere il palloncino e di non bagnarsi. Se cadeva, il bambino che non lo aveva preso veniva eliminato. Vinceva ovviamente la squadra in cui rimanevano asciutti e in gioco più concorrenti. Un grande classico!
Poi c’è stato il gioco della spugna.
Materiale di base: due grandi secchi pieni d’acqua, due spugne e due bottiglie di plastica. I bambini divisi in squadre e disposti in fila dietro al secchio dovevano immergere la spugna nell’acqua e passarla al compagno dietro di sé, facendola scivolare sotto le gambe. Questo passaggio veniva effettuato fino all’ultimo bambino della fila, che doveva girarsi e riempire la bottiglia usando l’acqua della spugna. Quindi, correre in avanti e ricominciare il giro fino a quando la bottiglia non risultava piena. Vinceva la squadra che impiegava il minor tempo possibile a riempire la bottiglia. Anche in questo caso frescura e risate assicurate!
Non mancavano un percorso a ostacoli e prove di abilità varie tra diverse piscine gonfiabili riempite d’acqua e disposte a cerchio. E poi tanto divertimento a volontà ballando nelle piscinette, tra grandi bolle di sapone!
Viva la magia dei giochi salva caldo – arrivati dal freddo!
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Nei bambini c’è freschezza, fantasia, libertà. I “tergicristallo” del loro sguardo sono sempre in funzione, al contrario dei nostri. Le loro domande ci costringono a rimescolare in continuazione le carte delle nostre vite, già complicate. Essere genitori ci insegna anche a osservare il mondo con i loro occhi, divertiti, a volte seri, ma spalancati e limpidi.
Con questa rubrica vorrei raccontare qualche frammento della mia, di vita, che sono mamma di tre bambini e che credo che da loro non si smetta mai di imparare. Mi piacerebbe ridestare qualche pensiero lieve in voi, pronto a volare via, qualche riflessione inattesa o anche soltanto, un accenno di sorriso.
Penso per immagini. Scrivo liste e vorrei che nulla o poco sfuggisse al mio sguardo. Ho tre bambini che sanno disfare con allegria molti dei miei esperimenti. Credo che abbracciare le loro domande sia come spalancare porte e finestre su un mondo nuovo e iridescente da esplorare. Con loro setaccio spiagge e angoli di città a caccia di conchiglie e piccoli tesori da raccontare. Scrivo per lavoro e perché mi piace inanellare parole come perline colorate di un’antica collana.
Maria Q.
