
ESTATE, BAMBINI E ARIA DI LIBERTÀ
Lasciamo che, in estate, i bambini si sentano più liberi: piccole “trasgressioni” per crescere insieme
Finalmente è arrivata l’estate, bambini e genitori!
È ora di mollare briglie e ormeggi!
In un’epoca di rivoluzioni climatiche è cosa ardua programmare le vacanze.
Ormai lo abbiamo sperimentato: tra caldo tropicale e cali di temperatura vertiginosi, piogge torrenziali e grandine come palline da tennis, non si sa più che fare.
Dove trovare il fresco o il caldo? E poi come vestirsi…? Quando partire?
È un bel pasticcio. Ma ovunque si sia, al mare o in montagna, in città o campagna è pur sempre estate e soprattutto, i bambini sono in vacanza…
Eccoci quindi nuovamente tra spiagge, gelati, zanzare, solari al cocco, tormentoni estivi, ronzii di ventilatori e impianti di aria condizionata…
Oppure, sui prati, con panini al salame in ceste da picnic, cappelli con visiera, k-way e scarponi che sanno di umido.
Oppure eccoci qui, tra turisti in bermuda e occhiali da sole, asfalto caldo che odora di pioggia, schiamazzi notturni e fuochi d’artificio che si avvertono lontano…
Non c’è dubbio alcuno: è tempo d’estate.
E ripensandoci, qual è uno dei ricordi più intensi delle nostre estati di ieri se non il brivido dell’agognata libertà, che si riaffacciava ogni anno, quando si riponevano le cartelle in qualche polveroso angolo?
Niente scuola, niente corsi pomeridiani, ma orari flessibili, serate senza copri-fuoco, giochi all’aria aperta, grandi letture e via libera al dolce far niente.
L’estate è o dovrebbe essere un periodo di libertà per i più piccoli – compiti e centri estivi permettendo – spesso inquadrati durante l’anno in una routine rigida e performante.
È giusto invece che i bambini tirino il fiato e diano libero sfogo alla fantasia, anche condita con un po’ di sana noia (avamposto della creatività).
Impariamo anche noi a fidarci, lasciandoli più liberi di muoversi nei propri personali universi di gioco, chiudendo qualche occhio in più del solito. Grossi danni non ci saranno se concediamo loro qualche minima trasgressione e una certa dose di “selvatichezza”.
Che ne dite?
Pippi Calzelunghe insegna.
È arrivato il momento di divorare sonoramente una fetta di anguria lasciandosi colare il succo addosso, per poi ripulirsi agilmente tra gli spruzzi marini. Anche il cono gelato potrebbe inzaccherare la nuova maglietta, con goccioloni marroni al cioccolato.
Ma perché cruciarsene? Sappiamo tutti che gusto unico abbia un buon gelato che stia per squagliarsi…
E poi portiamo i bambini in qualche bosco o orto a riempirsi la bocca di ciliegie e piccoli frutti di bosco, come fragoline, more e lamponi a volontà. Il mal di pancia è assicurato, ma amen, prima o dopo passa.
E poi giornate intere sulla spiaggia, un bagno di notte, gigantesche partite a biglie o gare per la costruzione del più bel castello di sabbia. Battute di caccia alla ricerca di conchiglie, vetrini o sassi da rivendere poco dopo, magari dipinti a mano.
Chi non ha fatto almeno una volta un mercatino di sassi, mazzolini di fiori, giocattoli o disegni alzi la mano…! Le caramelle acquistate con i soldi guadagnati non avevano forse un sapore indimenticabile?
Mettiamoci anche una notte in tenda con torce elettriche a illuminare la notte, raccontando storie di paura. Cerchiamo qualche bel prato su cui i bambini possano correre scalzi senza farsi troppo male, o luoghi dove si possa giocare con l’acqua, con un idrante che giri come una trottola o magari con gli stessi getti di una fontana cittadina. E via così…
Operazione nostalgia?
Direi di no.
È l’aria di libertà che si respira di questi tempi. È la magia dell’estate che ha bisogno di tanto poco per essere speciale ogni volta.
Nei bambini c’è freschezza, fantasia, libertà. I “tergicristallo” del loro sguardo sono sempre in funzione, al contrario dei nostri. Le loro domande ci costringono a rimescolare in continuazione le carte delle nostre vite, già complicate. Essere genitori ci insegna anche a osservare il mondo con i loro occhi, divertiti, a volte seri, ma spalancati e limpidi. Con questa rubrica vorrei raccontare qualche frammento della mia, di vita, che sono mamma di tre bambini e che credo che da loro non si smetta mai di imparare. Mi piacerebbe ridestare qualche pensiero lieve in voi, pronto a volare via, qualche riflessione inattesa o anche soltanto, un accenno di sorriso.
Penso per immagini. Scrivo liste e vorrei che nulla o poco sfuggisse al mio sguardo. Ho tre bambini che sanno disfare con allegria molti dei miei esperimenti. Credo che abbracciare le loro domande sia come spalancare porte e finestre su un mondo nuovo e iridescente da esplorare. Con loro setaccio spiagge e angoli di città a caccia di conchiglie e piccoli tesori da raccontare. Scrivo per lavoro e perché mi piace inanellare parole come perline colorate di un’antica collana.
Maria Q.
