
Poveri sposi, queste torte sono sempre così femminili…! Diciamo la verità, non hanno tutti i torti. Per essere belle come sono, le torte nuziali hanno bisogno di quel tocco in più, un fiore, un ricamo, un pizzo, un gioiello, che tendenzialmente ha poco a che fare con la mascolinità. Diciamo anche che la scelta della torta, e della sua decorazione, sia una parte dell’organizzazione che la sposa non vede l’ora di affrontare. E qui bisogna ammettere che lo sposo di rado viene interpellato sul suo aspetto, al massimo può esprimere la sua opinione sul gusto e sul ripieno. Vita difficile quella dello sposo eh? Ma come ricompensarlo di tanta accondiscendenza? A questo avevano già pensato gli inglesi quasi 300 anni fa. A cavallo tra la fine del 1700 e il 1800 in Inghilterra si diffuse l’opinione che una sola torta nuziale non potesse più bastare. All’epoca infatti era usanza preparare non una, non due, ma ben tre torte nuziali: quella ufficiale per gli invitati, quella della sposa e quella dello sposo. «Crepi l’avarizia!» viene da dire. Certo, tra tutte le cose a cui pensare, tre torte sono un bel impegno. Questa tradizione inglese, seppur impegnativa, è però indice di estrema generosità e, soprattutto, di riconoscenza: la torta nuziale era dedicata agli ospiti, quella della sposa alle damigelle e quella dello sposo ai suoi testimoni. Un delizioso modo, quindi, di ringraziare amici e parenti per il loro sostegno e la loro partecipazione ai preparativi e alle nozze. Era usanza anche che fossero i testimoni maschi a decorare la torta dello sposo, ma questo potremmo far finta di non saperlo… (non diciamoglielo, meglio lasciar fare ai professionisti no?).
Un punto di disaccordo con gli inglesi però c’è ed è il fatto che la torta dello sposo dovesse essere più gustosa e saporita di quella della sposa. Gli sposi infatti potevano permettersi frutta, liquore e cioccolato mentre le spose e gli ospiti dovevano accontentarsi di vaniglia e sapori tenui, oltre che di decorazioni sobrie e delicate e poco personali.

Prendiamo quindi questa tradizione solo per metà: una bella torta nuziale, preferibilmente al femminile, e una simpatica torta dello sposo, una Groom’s Cake che rispecchi i gusti e la personalità del futuro marito.
La Groom’s Cake, non essendo ancora così diffusa in Italia, è sicuramente una bellissima sorpresa da fare il giorno del matrimonio al proprio sposo. Non è infatti una cosa che ci si aspetta, ma è una cosa bella se è inaspettata. Può essere decorata con dolci riferimenti agli hobbies, alle passioni e agli interessi dello sposo, come uno sport, un film, un cantante, un personaggio di riferimento o il suo animale preferito (avete presente la “torta armadillo” del film Steel Magnolias?! Mitica!). Avere in questo modo due torte è anche una scelta molto utile: il vantaggio sta nel poter accontentare i gusti di tutti gli ospiti, avendo una possibilità in più che il dolce sia gradito.
Il momento ideale per svelare la sorpresa e stupire sposo e ospiti con questa simpatica torta è sicuramente prima della cena: all’ora della merenda o dell’aperitivo l’attenzione sarà tutta rivolta allo sposo e alla sua cake personalizzata.
Ultima, ma non per importanza, un’altra usanza, o meglio credenza, legata a questa ormai indispensabile torta: le damigelle e le invitate non ancora sposate erano solite portare a casa una fetta di questa torta, quella notte stessa avrebbero dovuto riporla sotto al cuscino e sognare il loro principe azzurro, chi fosse riuscita a sognarlo sarebbe stata la prossima a sposarsi (alle altre non restava che lavare le lenzuola e rifarsi il letto immaginandosi la giusta vendetta per il principe azzurro).