Al Lago di Garda, in località Porto San Nicolò, a circa 18 m di profondità, c’è la statua del Cristo Silente, un punto di riferimento spirituale molto forte per tutti i subacquei gardesani. È qui che Alessandra e Walter hanno fatto la loro prima immersione insieme.
Da allora di avventure subacquee ce ne sono state molte, e inutile dire che galeotto fu l’amore per l’acqua e le sue profondità (qui per parole e immagini, la storia di Alessandro e Walter). Alessandra e Walter infatti si conoscono dal 2007 e sono una coppia nella vita e nel lavoro. Abitano a Bolzano, con il loro pargolo e condividono non solo la professione nel mondo della comunicazione, ma anche la grande infinita passione per il mondo subacqueo che li ha uniti per sempre.
Anche in matrimonio, perché è proprio sott’acqua che si è celebrato nel 2012 il loro incredibile matrimonio. Che loro stessi ci raccontano, in questa intervista.

Alessandra, Walter, perché un matrimonio subacqueo?
Perché è proprio in acqua che ci siamo conosciuti, durante un corso di subacquea. E l’acqua è stata il fil rouge (ma forse dovremmo dire fil bleu) della nostra storia: Walter mi ha chiesto di sposarlo durante una crociera subacquea e abbiamo scoperto di aspettare un figlio durante un corso per diventare istruttori di subacquea per bambini. Quella per le immersioni, poi, è una passione che ci accomuna, che rafforza sempre più il nostro legame e che, essendo lui il mio buddy (compagno di immersioni), accresce la fiducia reciproca.

Come avete organizzato questo matrimonio così particolare? Come si è svolta la giornata? Chi c’era e come hanno partecipato gli ospiti? Anche loro sott’acqua?
L’organizzazione è stata complessa da vari punti di vista.
Innanzi tutto avevamo bisogno di un prete subacqueo che officiasse il matrimonio. Dopo vari tentativi ci siamo rivolti alla trasmissione Caterpillar, grazie alla quale siamo entrati in contatto con Don Pablo, un archeologo subacqueo di origine argentina ma residente a Roma, che si è subito dimostrato entusiasta all’idea di sposarci sott’acqua.
Poi c’era il problema che, per scambiarci le promesse, le fedi e ricevere la benedizione era necessario poter comunicare vocalmente. Cosa notoriamente impossibile sott’acqua, dove l’unica forma di espressione consentita è quella gestuale. In questo caso è venuto in nostro aiuto Thomas Hofer, un collega subacqueo che ha messo a nostra disposizione delle maschere granfacciali, che coprono l’intera testa e sono dotate di auricolari e microfoni per le comunicazioni. Una stazione esterna, inoltre, permetteva a tutti coloro che erano rimasti all’esterno, di ascoltare ciò che veniva detto nelle profondità del lago.

Molti dei nostri ospiti, infine, erano subacquei come noi, per cui sono stati entusiasti di accompagnarci ed esserci vicini in un momento per noi così intenso ed emozionante. Tutti gli altri, genitori compresi, hanno ascoltato le nostre voci e ci hanno applauditi una volta in superficie.
Il resto della giornata si è svolto sul prato di fronte al punto di immersione, in un’atmosfera di grande allegria e semplicità: una band di amici per la musica ed un rinfresco magistralmente organizzato dall’amico chef Stefano Micheloni sotto il tendone messo a disposizione dal Gruppo Sommozzatori Riva del Garda.
In generale, che ne hanno pensato famiglie e amici di questa scelta originale?
Le famiglie interdette ma entusiaste, gli amici sub emozionantissimi, i non sub sorpresi e divertiti.

I matrimoni sono tutti unici e indimenticabili, ma il vostro è proprio speciale… emozioni particolari, sensazioni, ricordi, aneddoti da raccontare?
Tantissime le emozioni: a partire dalla discesa, durante la quale ci scambiavamo battute sciocche per smorzare il nervosismo. All’inginocchiarsi sott’acqua dinanzi a quel Cristo che aveva visto nascere il nostro amore. Allo scambiarci le promesse negli abissi, col cuore al galoppo e i brividi per la commozione. All’agitazione al momento dello scambio delle fedi, con l’ansia che cadessero perdendosi in una nuvola di sabbia finissima.
Tanti poi gli aneddoti divertenti. Il primo subito dopo essere stati dichiarati marito a moglie quando Walter, contrariamente ad ogni regola della subacquea, si è tolto la granfacciale e mi ha abbracciata: alla sorpresa e, quasi allo spavento iniziale (temevo ci fosse qualche problema), è seguita una gioia immensa che mi ha fatto fare la stessa cosa. Avevo capito che, come da tradizione, voleva baciarmi! Il secondo quando ci siamo fermati a 5 m per la sosta obbligatoria: dal molo ci hanno calato sott’acqua una bottiglia di spumante. Walter l’ha stappata ed abbiamo brindato: inenarrabile! Poi quando siamo usciti: dapprima la cascata di riso ed il conseguente assalto dei pesci; poi il lancio del bouquet, che si è arenato sugli scogli ed è stato recuperato da una coraggiosa fanciulla (che, però, non credo si sia ancora sposata).


La sposa senza abito bianco, ma con tuta subacquea… Alessandra ti è mancato il tradizionale passaggio della scelta dell’abito tra organza e pizzo, velo si velo no, e via dicendo?
No. Anche perché quella subacquea è stata in realtà solo la seconda parte del matrimonio. Perché sia valido, un matrimonio religioso, quale era il nostro, deve comunque essere celebrato in un luogo sacro. Tre giorni prima, infatti, ci eravamo sposati in chiesa a Bolzano, rimandando al lago solo la parte dello scambio delle fedi, e replicando lo scambio delle promesse e la benedizione. Quindi ho anche io attraversato la fase della scelta dell’abito, che è stata talmente esilarante, da essere trasformata in un post sul mio blog.

Per chiudere, a distanza di qualche anno, lo rifareste? Sempre sott’acqua?
Anche domani! Beh, magari facciamo nel week end!